PENELOPE - scampoli di sostenibilità

 

Hai la stoffa per fare la raccolta differenziata dei rifiuti tessili?

Dal 1 gennaio 2022 in Italia è scattato l’obbligo di effettuare la raccolta differenziata (RD) degli abiti usati (EER 200110) e degli altri rifiuti tessili (EER 200111), in anticipo di tre anni rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE 2018/851 relativa al Pacchetto Economia Circolare che prevede l’introduzione dell’obbligo a partire dal 1 gennaio 2025.

Con l’entrata in vigore dell’obbligo, i Comuni ed i Gestori che non effettuano ancora la RD dei tessili dovranno attivarla, non solo degli indumenti, ma anche di tutti gli altri prodotti tessili (asciugamani, lenzuola etc…).


Con il  progetto "Penelope - scampoli di sostenibilità" la Città metropolitana di Milano si propone:

  • di incrementare e migliorare la qualità della raccolta differenziata dell’abbigliamento usato e degli altri tessili (stracci, lenzuola, tende, tappeti etc..), supportando i Comuni nell’attivazione della raccolta, ove non ancora avviata;
  • predisporre campagne informative rivolte ai cittadini circa il corretto conferimento dei vestiti usati e degli altri tessili.

Con questa finalità nel mese di maggio 2023 è stato rilasciato un nulla osta a tutte le piattaforme comunali per la raccolta differenziata, autorizzate dalla Città metropolitana, per l'inserimento nell'autorizzazione dei due codici 200110 e 200111, consentendo ai Comuni che ancora non l'hanno fatto, di potersi attivare per la raccolta di queste tipologie di rifiuto.

Visualizza i dati sulla raccolta differenziata dei tessili nella Città metropolitana per l'anno 2023 (Fonte dati Osservatorio Rifiuti)

Visualizza il report sulle attività svolte e in corso di svolgimento

Fast-fashion? No grazie!

La gestione dei rifiuti tessili costituisce un problema dal punto di vista ambientale, principalmente a causa del diffondersi del fenomeno della fast-fashion, (letteralmente "moda veloce") costituita da prodotti di prezzo modico ma di scarsa qualità (molto spesso costituita da fibre sintetiche quali il poliestere difficilmente riciclabile), che induce il consumatore ad acquistarne in quantità sempre maggiore e ad utilizzarli per periodi di tempo sempre più limitati, scartandoli per acquistarne altri, spesso ad ogni cambio di stagione, e facendo così aumentare in maniera esponenziale i rifiuti prodotti.

Beni o rifiuti? Facciamo il punto

Attenzione, perchè uno stesso capo di abbigliamento può essere considerato un bene o un rifiuto, e quindi gestito in modo diverso, a seconda del percorso intrapreso:

  • se donato ad associazioni benefiche (Caritas o altre), venduto o scambiato è considerato un bene, ai sensi della L. 166/2016 (cd. legge Gadda);
  • se depositato nei cassonetti stradali o portato al Centro di Raccolta comunale è un rifiuto, alla stregua di tutte le altre raccolte differenziate (carta, plastica, vetro ecc..) e quindi gestito secondo la normativa sui rifiuti, D.Lgs. 152/2016, come schematizzato nell'immagine sottostante;

 

Schema_ciclo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dai filo da torcere alle raccolte abusive

Dietro la raccolta dell’abbigliamento usato può capitare che ci siano delle organizzazioni malavitose, che lucrano sulla buona fede delle persone, le quali sono convinte di donare i vestiti che non usano più alle persone bisognose e invece vanno ad alimentare un circuito illecito che arricchisce la malavita, che può p.e. mettere in circolo abbigliamento usato che non ha subito nessuna igienizzazione, e che finisce sulle bancarelle dei mercatini, oppure che viene esportato all’estero e finisce per creare delle mega discariche abusive di rifiuti, come quella nel deserto di Atacama (Cile) visibile dalle foto satellitari!

A questo proposito la "Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti" nel settembre 2022 ha dedicato una relazione specifica su questa tematica, scaricabile da questo link  (.pdf 2.344 kb).

E' dunque necessario prestare molta attenzione quando decidiamo di gettare dei vestiti che non ci servono più, per evitare di incappare in raccolte abusive e che i nostri tessili finiscano in circuiti non autorizzati.

 

Meno rifiuti prodotti

La miglior gestione dei rifiuti consiste comunque nel non produrli, così come stabilito anche dalle normative europee e nazionali; in particolare l'art. 179 del D.Lgs. 152/2006 (Codice dell'Ambiente) elenca l'ordine di priorità della gestione dei rifiuti:

  1. prevenzione;
  2. preparazione per il riutilizzo;
  3. riciclaggio;
  4. recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
  5. smaltimento.

 

Documentazione

Campagna informativa - a breve disponibile

Opuscolo - a breve disponibile

Report "I rifiuti tessili nella Città metropolitana di Milano" 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: Tue Jul 23 16:18:40 CEST 2024
Data creazione: Wed May 15 12:07:44 CEST 2024

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