Beni o rifiuti?
Facciamo il punto
E’ necessario fare un distinguo su come viene considerato l’abbigliamento usato, a seconda del percorso che intraprende: infatti i vestiti usatil e gli altri accessori quali p.e. cinture, borse e scarpe, che vengono ceduti o donati ad associazioni e/o enti benefici o sono oggetto di compravendita o scambio tra privati e vengono avviati a reimpiego o riutilizzo non sono considerati rifiuti ma beni (art. 14 comma 1 L. 166/2016, cd. Legge Gadda).
Ciò che invece viene conferito presso i contenitori stradali rientra nel campo di applicazione della disciplina dei rifiuti, e quindi può essere sottoposto, secondo la gerarchia di gestione dei rifiuti, a preparazione per il riutilizzo, recupero di materia e, infine, recupero di energia.
Il materiale che viene raccolto nei cassonetti o portato al Centro di Raccolta, che è a tutti gli effetti un rifiuto come le altre raccolte differenziate attive nel Comune, viene avviato ad appositi impianti di recupero, dove viene fatta una selezione in base alla qualità, al grado di usura e alla tipologia di materiale.
L’abbigliamento in buono stato (e scarpe, borse, cinture etc..) viene avviato, previa igienizzazione, al riuso (second hand), quello molto usurato viene invece avviato a recupero di materia, per produrre nuove fibre tessili che verranno impiegate in usi diversi (nuovi filati, oppure imbottiture, pannelli fonoassorbenti o altro). Infine gli scarti, costituiti o da materiale estraneo o da tessili composti da materiale sintetico non riciclabile, vanno a recupero energetico presso gli inceneritori.
Vediamo nel dettaglio cosa succede ai nostri abiti smessi che depositiamo nei cassonetti stradali, in questo video girato a Ecomondo 2023 da Ricicla TV, dove il presidente del Consorzio Unirau mostra i vari passaggi legati al riuso e al riciclo dei rifiuti tessili:
https://www.youtube.com/watch?v=VcExQHMByZU&t=407s
Data creazione: Tue Jun 04 12:00:13 CEST 2024