Parco del Lura

Ultimo aggiornamento: 17 November 2016
Data creazione: 17 November 2016

Largo Clerici n. 1, 22071 Cadorago (CO)
Tel: 031 901491
Fax: 031 8881621
Sito Web

Primo riconoscimento: Deliberazione di Giunta Regionale n. 6/5611 del 24/11/1995

Comuni: Bregnano (CO), Cadorago (CO), Cassina Rizzardi (CO), Cermenate (CO), Guanzate (CO), Lomazzo (CO), Rovellasca (CO), Rovello Porro (CO), Caronno Pertusella (VA), Saronno (VA), Garbagnate Milanese (MI), Lainate (MI)

Superficie attuale: 239 ettari (limitatamente alla Città Metropolitana di Milano)

Forma di gestione: Consorzio

Perimetro del PLIS del Lura

 

"Un torrente, un’area verde vasta 1499 ettari, undici amministrazioni comunali compongono il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lura.

Guanzate, Bulgarograsso, Cadorago, Cermenate, Bregnano, Lomazzo, Rovellasca, Rovello Porro, Cassina Rizzardi (Provincia di Como), Saronno e Caronno Pertusella (Provincia di Varese), Garbagnate Milanese, Lainate (Città Metropolitana di Milano) sono i comuni che abbracciano quest’area protetta attraversata dal torrente Lura.

L’idea del Parco nacque negli anni ’80 dalla passione degli amministratori impegnati nella realizzazione del progetto di depurazione delle acque nell'ambito del Consorzio intercomunale di risanamento (oggi sostituito da Lura Ambiente S.p.A.).
Nei primi anni si operò per rendere omogenei i piani delle singole amministrazioni sul tema ambientale. Definita poi la perimetrazione del territorio a parco, finalmente nel 1995 è avvenuto il riconoscimento da parte della Regione Lombardia.

Il Comune di Lainate ha istituito il parco nel proprio terriatorio, su una superficie di circa 198 ettari, nell'area agricola verso Caronno P., lungo il Villoresi e alle spalle dell'ex Alfa Romeo. Quella di Lainate è un'area strategica, ad un passo dal sito dell'Expo 2015, posta lungo il progetto strategico della Dorsale Verde Nord Milano.   

Festa degli aquiloni a Saronno All’inizio del 2000 fu istituito uno specifico Consorzio per la gestione del Parco.

 In tutti questi anni l’area protetta ha avuto modo di farsi conoscere sempre di più grazie a molte associazioni e a gruppi di volontari che con manifestazioni o semplici camminate nel parco hanno aiutato la natura a combattere il degrado ambientale che avrebbe potuto rovinare molte delle stupende valenze paesaggistiche che il Parco del Lura intende preservare. Infatti camminando a fianco del Lura si incontrano centinaia di ettari di bosco, tranquillità, animali liberi di correre e volare, cappellette votive e antichi cascinali.
Questa vallata che unisce le provincie di Como, Varese e Milano, riesce a ripristinare il giusto rapporto tra uomo e natura.

Esiste ormai una metropoli infinita che si estende come una informe melassa urbana da Milano a Varese e da Como fino a Bergamo. La crescita della città ha inglobato campagne, villaggi, boschi, brughiere in modo caotico e spesso fuori da un disegno strategico, frutto più di una sommatoria di iniziative puntuali che di una genuina visione della dimensione del vivere, dell'abitare, del lavorare. Questo è il risultato di un'era di espansione e boom economico che ha consentito un benessere diffuso per le nostre genti, ma che sta depositando ai nostri figli, ai figli dei nostri figli un mondo dominato dal grigio, quello del cemento, quello delle polveri più o meno sottili, quello delle acque inquinate: loro non conoscono più il grillo, la cicala, la lucciola e forse nemmeno la formica, per non parlare dello scoiattolo, del picchio, del tasso.

Il Roccolo di Cermenate

Eppure, se si scende nella valle della Lura da Lomazzo, da Bregnano, Cadorago o da alcun altro dei comuni lungo il torrente, la dimensione urbana lascia il posto ad una dimensione agreste, nel verde e nella quiete, che è ormai in via d'estinzione, almeno da queste parti. E si potranno udire persino i grilli, almeno d'estate; di notte, con un po' di fortuna, anche qualche lucciola. Lungo il fiume non vi sono strade, si può passeggiare solo a piedi o andare in bicicletta. Il miracolo del silenzio e della pace può prendere il sopravvento per un attimo, almeno. Ci sono boschi di querce e di robinie, ci sono lembi di pineta silvestre (a Guanzate e Bulgarograsso); ci sono campi coltivati e colline moreniche: c'è una parte dell'alta pianura lombarda che si conserva per le future generazioni, quale corridoio ecologico, trama d'unione, fra il Parco regionale delle Groane e il Parco regionale Pineta di Appiano G.le e Tradate. Si dice la Lura, non il Lura, per affetto, per lessico familiare che è divenuto dialetto, linguaggio di tutti: il Santuario di Rovello, per esempio, si chiamava Santa Maria della Lura.

Ciascun Comune ha deliberato il proprio stralcio del piano attuativo per dare regole certe al Parco, secondo un disegno strategico e condiviso. Insieme hanno dimostrato che, per fare sistema e raggiungere obiettivi di sostenibilità, non occorrono i carrozzoni: con uno staff di due persone in organico e quaranta metri quadri di sede nel paesetto di Bulgorello, dal 2000 hanno investito oltre due milioni di euro per fare i percorsi, le aree di parco attrezzato, i rimboschimenti, le sistemazioni ambientali.

In pochi anni, il parco oggi dispone di una rete di oltre 16 chilometri di piste in calcestre che consentono di percorrere quasi tutta la valle; A Saronno e Rovello Porro i due Comuni hanno fatto uno sforzo aggiuntivo, acquisendo buona parte dei terreni, così il Consorzio ha potuto rimboschirli, realizzare i prati per la libera ricreazione e i percorsi ciclabili per le passeggiate o per il jogging. Saronno ha così, finalmente, il proprio grande parco territoriale. C'è persino un grande prato verde, lungo come due campi di calcio messi in fila, completati da una arena dove si possono organizzare grandi eventi ricreativi che la gente acclama a gran voce. A primavera verrà aperto il nuovo ponte sul fiume che consentirà di accedere in bici al Parco, direttamente dal centro città. Per scorgere lo scoiattolo, individuare il ghiro, il moscardino o il picchio verde, il Consorzio ha recuperato un vecchio, delizioso roccolo nei boschi della Pioda fra Cermenate e Cadorago. Un luogo che era nato per far polenta e uccelli, è oggi dedicato all'educazione ambientale per le giovani generazioni.

 Il Parco Lura è un cantiere permanente; ogni anno, con la pazienza delle formiche, accompagnando le cicale che cantano, il Consorzio mette in cantiere una nuova iniziativa, lungo il percorso della sistemazione del territorio. Di recente, per esempio, è stato aperto un sottopassaggio che supera la trafficata "Novedratese", pesante barriera posta a metà parco. Il sottopassaggio verrà collegato alla pista ciclabile che corre nei boschi dall'altra parte del torrente, con la realizzazione di una ulteriore passerella leggera, poggiata dove una volta c'era un guado per i carri. E così dal centro di Saronno si può raggiungere il centro di Cadorago, praticamente per intero lungo piste ciclabili e sentieri; manca solo l'attraversamento di Rovellasca, su cui si lavorerà negli anni prossimi.

Fiume Lura

Il Parco è per metà boschi e per metà campi seminati; non è una foresta vergine e nemmeno una riserva naturale. E' un territorio interamente coltivato e governato dagli agricoltori e dai boscaioli che vi traggono sostentamento. Con loro il Consorzio sta costruendo un rapporto dialettico di rispetto reciproco e di mutuo sostegno. L'ambiente ha necessità del loro lavoro, affinché il territorio agronaturale possa essere presidiato e non divenire facile preda del partito del mattone; ma l'agricoltore ha necessità di reggere le sfide di un mercato sempre più difficile e aggressivo, dove l'apertura delle frontiere e l'orientamento dei sostegni comunitari ad est ha reso i nostri terreni non più competitivi. Quindi occorrono nuovi modelli agronomici, più attenti al mercato interno, alla produzione di nicchia e di qualità, all'offerta di servizi diretti al cittadino. In particolare su quest'ultimo terreno il Parco può aiutare e aiuta gli imprenditori agricoli più sensibili e attenti ad aprirsi al territorio, offrire ospitalità alla gente, aiutare a mantenere i percorsi, ripulire i boschi e il fiume. E' nato così, fra l'altro, l'Agrimercato settimanale che itinera per i comuni del parco, dove i produttori della zona offrono direttamente al proprio territorio i loro prodotti ad un prezzo competitivo e con la certezza dell'origine e della lavorazione.

Certo, non tutto è rose e fiori; i problemi esistono e sono rilevanti, primi fra tutti quelli che riguardano la qualità delle acque, nonostante siano tornati i pesci e si vedano le anitre e le gallinelle d'acqua.
Il torrente Lura è troppo spesso un rigagnolo colorato e maleodorante; per contro, quando piove troppo, cambia umore, tracima e allaga quartieri interi e città. Il Consorzio Parco Lura non ha poteri e risorse per porvi rimedio, ma può aiutare a individuare le cause e suggerire i rimedi a chi vi deve provvedere. Così sta facendo, con un lavoro finanziato dalla Fondazione Cariplo, per partecipare i cittadini al governo del torrente, senza illusioni (perché nessuno ha la bacchetta magica), ma con chiarezza. Purtroppo intorno al Parco e a monte si è edificato troppo e nei posti sbagliati. Là dove c'era il terreno drenante (nelle conche moreniche), si sono fatti capannoni e centri commerciali; la città infinita ha scaricato sempre più acqua nelle fogne, sottraendola alle falde e gettandola inquinata nel fiume. La rete fognaria esistente e i sistemi di depurazione non reggono più la quantità di liquami in arrivo quando piove.

Morale: quando non piove le falde che alimentavano le sorgenti del fiume sono asciutte, perché nei luoghi del naturale drenaggio oggi si parcheggia l'automobile e si va a fare la spesa. Il fiume è così alimentato solo dai reflui dei depuratori. Anche se sono conformi alle leggi di tutela della acque, anziché diluirsi in un corposo torrente, finiscono in un alveo in secca. Ecco perché la Lura è maleodorante e colorata. Se invece piove appena un po' di più del normale, proprio perché mancano le aree del drenaggio naturale, tutta quell'acqua piovana finisce direttamente nel torrente, insieme all'altra raccolta dalla città infinita. E la Lura scoppia: chi abita lì vicino va sott'acqua.
Non c'è una ricetta univoca e semplice per risolvere questi problemi; in buona sintesi, occorre ridare le acque al fiume nei periodi di siccità, mentre, quando piove troppo, occorre trattenerle in vasche di laminazione o in lanche seminaturali. Ma non è facile e tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare; un mare di risorse finanziarie, un mare di competenze amministrative, un mare di ostacoli tecnici e geografici talvolta insormontabili. E quindi ci vogliono molte capacità progettuali che sappiano coniugare tecnologia a tutela ambientale e soprattutto molta buona volontà per uscire dal proprio particolare, cogliere la visione del globale e affrontare insieme ogni problema: per sé stessi, per la propria comunità, per le future generazioni.
Il Consorzio Parco Lura ci sta provando ed oggi si comincia a vedere il risultato."

Fabio Lopez

Ultimo aggiornamento: 29 September 2022
Data creazione: 22 November 2016

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