Slanskji 1952. Processo e impiccagione di un gerarca comunista
LA SUA IMPICCAGIONE NELLA TESTIMONIANZA DELLA VEDOVA
7 GIUGNO 2010
La vita di Rudolf Slanskji, segretario del Partito Comunista cecoslovacco, primo ministro al termine della seconda guerra mondiale, e vittima della repressione di Stalin nel 1952, viene raccontata in un questo libro: “Slanskji 1952. Processo e impiccagione di un gerarca comunista” (Edizioni Ares) curato da Curzia Ferrari. Il testo raccoglie le memorie di Josefa Slànskà, moglie dell’esponente comunista, che, dopo un processo-farsa, fu impiccato dal regime staliniano nel 1952, e racconta della brutalità dei metodi usata contro il marito e la famiglia stessa, il tutto corredato daglia atti del processo e dalle testimonianze.
Il saggio è presentato a Milano, nella Biblioteca Isimbardi, alla presenza della curatrice del volume, di Cesare Cavalleri, direttore Edizioni Ares, e Ugo Finetti, giornalista e storico, introduzione di Novo Umberto Maerna, vicepresidente e assessore alla Cultura della Provincia di Milano.
Rudolf Slànskji nel 1951 fu accusato di tradimento da Stalin, durante una campagna di repressione contro i dirigenti del partito, al fine di prevenire fughe degli stati europei (esempio eclatante è anche la Jugoslavia con Tito, in quel periodo sotto l’influenza sovietica). Slanskji fu impiccato il 20 novembre 1952, dopo essere stato retrocesso a vicepresidente e dopo aver riconosciuto i peggiori crimini contro il regime. Nel processo-farsa Slanskji e i suoi coimputati vennero drogati dal dr. Sommer che, a causa dei sensi di colpa, si suiciderà qualche anno dopo.
«Quando queste memorie si affacciarono in Occidente durante la Primavera di Praga – scrive Sergio Romano nella prefazione- in Italia vi fu una certa riluttanza dell’opinione pubblica di sinistra ad affrontare un argomento che concerneva, sia pure indirettamente, anche il Partito Comunista Italiano. Nessuno, fra i membri e gli amici del Pci, aveva voglia di vedersi costretto a spiegare perchè la fedeltà all’Urss avesse prevalso sui sentimenti di indignazione e riprovazione che quelle vicende avrebbero dovuto suscitare nei loro animi. Anche per questo – conclude Romano- un libro come quello di Josefa Slànskà merita di essere ricordato, letto e discusso».
L'opera permette una riflessione culturale, politica e morale su una terribile pagina di storia di grande interesse documentario.
Data creazione: Tue Jul 14 12:28:15 CEST 2020