Notte 2022

La Biblioteca Isimbardi e Medialogo, il 10 giugno, partecipano alla "Notte degli archivi"

La necessità di diffondere e applicare le conoscenze agronomiche al mondo rurale fece nascere a partire dal 1895 la pratica delle cattedre ambulanti: veri e propri carretti con i cui maestri e professori andavano nei campi e formavano i contadini. L'agricoltura della Provincia di Milano, ora Città metropolitana di Milano, si è evoluta grazie anche a questa pratica. Biblioteca Isimbardi e Medialogo partecipano alla notte degli archivi presentando alcuni antichi esemplari della propria collezione dei Manuali Hoepli: lo strumento principale per l'insegnamento sul campo delle pratiche agricole. Anche Medialogo, Centro di documentazione e produzione audiovisiva della Città metropolitana di Milano, supporta l’iniziativa con un video sulla vacca Varzese, l'unica razza bovina originaria della Lombardia, selezionata dagli allevatori fin dai tempi dei Longobardi, che raggiunse, a metà del secolo scorso, i 60.000 capi.

 

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Missiva agli agricoltori milanesi:

La cattedra ambulante d’agricoltura per la nostra provincia, allo scopo di contribuire più intensamente alla diffusione del progresso agrario nelle campagne, provvede alla pubblicazione di una serie di opuscoletti, in cui vengono riassunte in forma piana e accessibile a tutti gli insegnamenti impartiti nelle conferenze.

Tali opuscoli sono a voi dedicati e vi si offrono in dono perché vogliate consultarli.

Accettateli e leggeteli quindi volentieri e possano essi rendere più saldi i vincoli che vi uniscono a questa istituzione creata nel solo intento di giovarvi.

Alla cattedra rivolgetevi fiduciosi per gli schiarimenti che reputate necessari alle vostre pratiche agrarie. Presso di essa troverete sempre chi, col più grande amore e col massimo disinteresse, ascoltandovi in ogni vostra iniziativa, a voi si assocerà con tutti i mezzi per rendere più rimuneratrice la coltivazione della terra.

Intanto fate buon viso alle poche cose che vi si verranno esponendo e cercate soprattutto di metterle in pratica”.

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L’insegnamento ambulante è antichissimo, si può far risalire ai Caldei e a Teofrasto, discepolo di Aristotele, una scuola di botanica dove nel “De plantorum causis” trovano spazio osservazioni sulle coltivazioni e sulle piante.

Le prime iniziative dell’insegnamento ambulante delle pratiche agricole, nei tempi moderni, risalgono alla prima riunione degli scienziati italiani, avvenuta a Pisa nel 1839, città nella quale nacque il primo istituto agrario in Italia datato 1842. Ma fu nel V congresso agrario, tenutosi nel 1847 a Casale Monferrato, nel Regno di Sardegna, che si parlò esplicitamente di cattedre ambulanti quale migliore leva per il progresso agricolo.

Fino a dopo l’unità d’Italia si insegnò la materia dell’agricoltura esclusivamente negli istituti per geometri, in seguito nacquero molte istituzioni che si occupavano dell’istruzione a livello scolastico e della sperimentazione in campo agricolo. Stazioni sperimentali sul tipo di quelle tedesche furono istituite nel 1870 in Lombardia, a Milano con compiti generici, a Pavia nel 1871 sorse quella crittogamica e a Lodi la casearia. Molte Stazioni sperimentali per l’agricoltura vennero, con decreto Minghetti, annesse agli istituti tecnici dove prevalse la funzione sperimentale agraria.

Molti furono i comizi agrari istituiti dallo Stato, le stazioni sperimentali e la costituzione delle prime scuole superiori di agricoltura, in particolare nel 1870 a Milano, seconda solo a quella di Pisa.

Nel proliferare di istituzioni, mancava però un mezzo per raggiungere gli agricoltori, per portare sul campo la notizia, l’esempio pratico e la comunicazione diretta. Difatti l’agricoltore era l’utente finale, il destinatario vero dell’informazione, colui che avrebbe potuto utilizzarla per migliorare la produzioni agricola.

In Lombardia la prima cattedra ambulante si costituisce a Mantova, e fu un crescendo di cattedre libere e indipendenti nelle varie province, in un contesto di economia agraria dopo una grave crisi cerealicola internazionale e la crisi post unitaria, in un momento nel quale sorgevano le nuove tecnologie ancora troppo poco diffuse.

Dal 1895 al 1935 si succedono 40 anni di vita delle cattedre ambulanti in Lombardia, anni densi di progresso tecnico, sociale e d economico per l’agricoltura lombarda.

 

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Gli scopi sono così definiti in un opuscolo della Cattedra ambulante di Milano:

 

  • Tenere pubbliche conferenze di agricoltura pratica nei vari comuni della provincia;

  • Dare consultazioni orali a tutti gli agricoltori in occasioni delle conferenze ed in tutti i giorni di mercato in Milano sede della cattedra dalle ore 9 alle ore 16;

  • Dare consultazioni scritte a tutti gli agricoltori che rivolgono ad essa domande d’indole agraria;

  • Istituire campi sperimentali e dimostrativi nelle varie plaghe della provincia concorrendo alle spese dei concimi chimici, delle sementi, del noleggio macchine, ecc… entro i limiti concessi da bilancio;

  • Favorire l’impianto di casse rurali, di cooperative d’acquisto e vendita, di latterie sociali, di società d’assicurazioni e previdenza, ecc…;

  • Eseguire visite alle aziende private;

  • Fare analisi elementari di terreni, sementi ecc…;

  • Tutte queste mansioni della cattedra sono gratuite ad eccezioni delle due ultime, per quale havvi una modestissima tariffa stabilita da apposito regolamento.

           

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Le prime cattedre ambulanti in Italia e in Lombardia nascono private poiché promosse da associazioni culturali, consorzi di agricoltori, comizi agrari e con l’ausilio delle amministrazioni provinciali. Hanno peculiarità localistiche e autonome, perché sorrette dai comuni nelle quali sorgono, da banche popolari o casse di risparmio o altre istituzioni locali.

 

                     

   Video a cura di Medialogo che produce, raccoglie, conserva e diffonde opere video a carattere culturale e d’informazione, con particolare attenzione al territorio milanese.

 

La Varzese, per molteplici cause, all'inizio del nuovo millennio rischiò di scomparire per sempre. Nel 2000, infatti, si contavano ormai solo 50 esemplari. L'appello disperato, per il recupero della razza, venne, così, raccolto dal Settore Agricoltura della Provincia di Milano che coordinando un gruppo di appassionati allevatori, diede il via al “Progetto biodiversità per la tutela della razza Varzese”.

 

Ultimo aggiornamento: Wed Jun 08 16:42:54 CEST 2022
Data creazione: Mon Jun 06 16:36:12 CEST 2022

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