Attività dei servizi di alloggio
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[55] Questa divisione include le strutture che forniscono alloggio per brevi periodi a visitatori e viaggiatori, nonché pasti e bevande pronti per il consumo. La quantità e i tipi di servizi complementari forniti dalle strutture di questa sezione possono variare ampiamente. |
Il settore dell’alloggio, legato ai flussi turistici, è quello che ha pagato il prezzo più elevato alla pandemia che ha bloccato totalmente gli spostamenti, sia in Italia sia dell’estero, non a caso si colloca in fondo al quadrante in basso a sinistra della Figura 15. Considerando la centralità assunta dall’accoglienza nel modello economico milanese degli ultimi anni, lo stallo di questo settore ha compromesso l’attività di molti altri ambiti produttivi locali che lavorano in filiera, causando oltre al fermo dei comparti a diretto servizio e di forniture per gli hotel anche, indirettamente, il tracollo della clientela per il commercio al dettaglio di alto livello: moda ed accessori.
Analogamente alla ristorazione, le imprese del settore alberghiero fanno ricorso quasi esclusivamente ad avviamenti di brevissima durata, tanto da rappresentare, nel 2019, il 9% degli avviamenti complessivi, ma coinvolgere solo l’1,4% dei lavoratori avviati, con l’indice di flessibilità più alto tra tutti i settori produttivi milanesi, 91,6%.
Considerato che questo elevato numero di avviamenti è in capo a una cerchia ristretta di lavoratori, il dato numerico riguardante i lavoratori avviati nel 2020 rende evidente quanto abbia inciso la pandemia sulle persone che lavorano nel comparto: -53,6%.
Ciò implica, in valori assoluti che a fronte di 6.243 avviati nel 2019, meno della metà dei questi lavoratori (2.897) ha avuto possibilità di lavoro, sia anche per pochi giorni, nel 2020 ed è altamente probabile che gli esclusi non abbiano avuto alcuna altra possibilità di occupazione nell’anno.
I datori di lavoro del comparto che hanno comunicato avviamenti al lavoro non sono mai stati numerosi, poiché si tratta di un comparto produttivo caratterizzato da una forte concentrazione su grandi catene alberghiere con strutture ricettive importanti che assorbono un considerevole numero di addetti, “l’indice di concentrazione” degli avviamenti rispetto ai datori di lavoro per il settore il valore di 99,2%.
In termini di valore assoluto nel 2019 un numero contenuto di 605 datori di lavoro ha comunicato ben 74.423 avviamenti, mentre l’anno successivo, 404 alberghi ed hotel, hanno comunicato solo 13.336 avviamenti (rispettivamente una diminuzione del -33,2% dei datori di lavoro e del-82,1% per gli avviamenti).
La Figura 20 che riporta l’andamento settimanale delle comunicazioni di avviamento conferma visivamente i valori evidenziati per l’intero anno, ma consente di mostrare quanto il settore fosse in “salute” prima che sopraggiungesse la pandemia. Infatti, nelle prime settimane del 2020 gli avviamenti nel settore si presentavano in crescita, forse anche in virtù del successo della settimana della moda milanese. In seguito tutte le strutture ricettive si sono fermate e non si sono più riprese; anche i tentativi, timidi e di breve durata, di ripartenza a settembre hanno mosso meno di 200 avviamenti alla settimana, rispetto ai valori medi pre pandemia superiori a 1.300 avviamenti alla settimana.
Figura 20
Data creazione: 06 May 2021