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Avviamenti “normali” – Un arcipelago disomogeneo


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Nel 2020 l’attività normativa del Governo ha avuto un impatto determinate sul mercato del lavoro, e di conseguenza anche sugli strumenti a disposizione del ricercatore nel tentativo di interpretare i fenomeni in atto nell’economia.  A questo proposito si richiamano, tra le altre, due misure contenute nel “Decreto Cura Italia”, convertito dal Parlamento nella legge n. 27/2020:

  • Il divieto di apertura di nuove procedure di licenziamento collettivo e la sospensione di quelle pendenti avviate dopo il 23 febbraio 2020.La legge dispone anche che il datore di lavoro, a prescindere dal numero dei dipendenti in forza, non possa effettuare alcun licenziamento per giustificato motivo oggettivo;
  • La possibilità di prorogare e rinnovare i contratti a tempo determinato anche a scopo di somministrazione nel periodo in cui l’azienda ha in atto una sospensione del lavoro o una riduzione dell'orario in regime di cassa integrazione guadagni.

Questi due provvedimenti, fintanto che resteranno vigenti, sottraggono valore conoscitivo sia alla analisi dell’andamento delle cessazioni sia dei rapporti di lavoro con contratti a termine.

Il blocco dei licenziamenti economici, che solitamente si riscontrano attraverso le interruzioni dei rapporti a tempo indeterminato, toglie significato all’analisi delle cessazioni, infatti il 58,4% delle 116.482 cessazioni di rapporti a tempo indeterminato comunicate nel 2020 risultano essere motivate da dimissioni volontarie.  Analogamente, il conteggio sia degli avviamenti sia delle cessazioni dei contratti a tempo determinato nel 2020 risulta snaturato dalla normativa, rispetto alle reali esigenze del mercato, poiché la normativa ha incoraggiato le imprese, attraverso la cassa integrazione, a mantenere la forza lavoro impiegata all’inizio della pandemia rinnovando i contratti in scadenza.  Pertanto, al fine di valutare l’effettivo bisogno di personale da parte delle imprese in relazione alle dinamiche economiche, è opportuno focalizzare l’analisi sui soli nuovi rapporti a tempo indeterminato attivati, unici avviamenti effettivamente motivati da bisogni produttivi delle imprese.

A questo fine si è proceduto a disgiungere le principali forme contrattuali tra loro differenti presentate congiuntamente nella curva etichetta avviamenti “normali”, nella Figura 11.  La curva della Figura 13 presenta separatamente le due componenti contrattuali principali i contratti “indeterminati” che include tutte le forme contrattuali che non prevedono una data di termine presunto all’atto dell’avviamento (i contratti a tempo indeterminato, apprendistato e domestico) ed i contratti a tempo “determinato” di durata superiore a tre giorni.

La lettura del nuovo grafico consente di riscontrare come il numero dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato sia cresciuto fino a metà febbraio, mentre i contratti a termine hanno iniziato l’anno già in calo.  Circostanza non trascurabile considerando che il mercato del lavoro fosse già in diminuzione nel 2019, inoltre accomuna in positivo forme contrattuali poste ai due estremi del continuum “stabilità vs flessibilità”, poiché sia i contratti indeterminati sia quelli brevissimi hanno iniziato l’anno in crescita.  Al contrario la curva che riposta i valori settimanali dei contratti a termine prosegue nel primo mese del 2020 il trend calante precedente.

Nella settimana dell’11 febbraio si è registrato il picco annuale di nuovi avviamenti a tempo indeterminato.  Nel prosieguo dell’anno il trend di questa forma contrattuale rimane, sebbene su livelli inferiori a gennaio, in sostanziale stabilità.  Il secondo semestre parte in maniera molto positiva per i contratti a tempo indeterminato fino a raggiunge ad ottobre una media di tremila trecento avviamenti alla settimana, valore che non si discosta molto da quello registrato ad inizio anno.

Da agosto, grazie al ritrovato clima di fiducia, il loro numero cresce di settimana in settimana e supera largamente a fine settembre quello di inizio anno.

Chiaramente, le imprese milanesi avevano puntato su un progressivo ritorno alla normalità, fino al momento in cui si è abbattuta la doccia fredda della ripresa dei contagi con la conseguente introduzione della regolamentazione delle zone di rischio differenziato.

Figura 13

FIGURA13

 

Una possibile ulteriore analisi della curva degli avviamenti “indeterminati” prevede la scomposizione tra le tipologia contrattuale a “tempo indeterminato” ed in “apprendistato” da quelli di contratto domestico comunicati dalle famiglie (che per loro natura non hanno una scadenza predeterminata).  Attraverso questa suddivisione si scopre che la moderata variazione di questi contratti riportata nella Figura 13 è solo apparente.  La tipologia contrattuale “tempo indeterminato” ha avuto nel corso dell’anno un andamento più articolato, con due periodi di crescita: gennaio e settembre.

I contratti domestici comunicati dalle famiglie mostrano alcuni interessanti evidenze.  La prima riguarda le settimane di inizio anno, quando i rapporti di lavoro domestico (principalmente badanti), sono cresciuti aumentando costantemente fino a marzo inoltrato.

Secondo elemento evidenziato dalla Figura 14 riguarda la tenuta di questi rapporti di lavoro anche nelle settimane di lockdown quando addirittura il numero degli avviamenti domestici supera quello degli avviamenti a tempo indeterminato; evento mai registrato in precedenza. 

In particolare si segnala come durante la prima settimana del lockdown, vi sia stata una vera e propria emersione dei rapporti di lavoro non regolari, dettata dalla necessità di giustificare gli spostamenti delle badanti tra il proprio domicilio e quello delle persone assistite.  Ulteriore peculiarità dell’andamento di questo rapporto di lavoro, legato alla necessità di assistere gli anziani al proprio domicilio visto gli elevatissimi tassi di contagio nelle case di riposo, è dato dal fatto che la domanda di personale di cura domestica si mantiene costante per tutto l’anno ed addirittura nel terzo trimestre superi i valori degli avviamenti settimanali registrati prima dell’arrivo della pandemia.

Figura 14

FIGURA14

 

Ultimo aggiornamento: Mon Jul 05 16:01:10 CEST 2021
Data creazione: Tue May 04 18:28:47 CEST 2021