Prospettive di lavoro

La Milano metropolitana, che si affaccia al tornante della crisi pandemica dell’inizio 2020, è stata protagonista nel
decennio precedente di rilevanti processi di crescita/trasformazione, che hanno ridefinito le forme della produzione, i
rapporti sociali, le relazioni spaziali e l’aspetto fisico di intere parti di città e territorio.
Tali mutamenti hanno prodotto, pur in un quadro di generale miglioramento degli indicatori di performance, effetti
differenziati sull’economia e la società metropolitana e regionale. In particolare, abbiamo assistito a due processi tra loro interrelati:

• un aumento dei divari economicosociali, con un’accentuazione di fenomeni di polarizzazione sociale accompagnati da disoccupazione, precarietà, disagio e persino povertà che hanno investito pezzi non trascurabili della società metropolitana;
• un incremento degli squilibri territoriali, con un vero e proprio “ritorno al centro” segnato dal rilancio di processi di
concentrazione di popolazione, addetti e attività economiche, che hanno riguardato in primo luogo Milano e, seppur in misura più contenuta le città capoluogo e i centri intermedi della regione.

La crisi pandemica sta accelerando – e in parte riconfigurando – alcuni dei processi già in atto, sia alla scala nazionale che metropolitano-regionale, nella fase precedente, con effetti ancora altamente incerti nella misura, ma sicuramente rilevanti per la loro gravità, sulla struttura economico-sociale metropolitana e sui nostri territori.
In questo quadro, il set di politiche a disposizione, prevalentemente pensato per governare una fase espansiva, si trova oggi a fare i conti con un’inattesa fase recessiva.

Per fronteggiare le questioni emergenti, serve un approccio selettivo che sappia discernere persistenze e discontinuità e, al tempo stesso, sia in grado di cogliere le connessioni reciproche tra i diversi fenomeni che si manifestano in un campo di forze in continuo movimento. 

A questo proposito, si manifesta la necessità di un aggiornamento di strategia e di politiche, in ragione delle criticità che si sono evidenziate in tutta Europa nella gestione dell’epidemia e delle incertezze economiche, accoppiate a malessere sociale e squilibri territoriali, che potrebbero accentuarsi in assenza di interventi correttivi.

Un mutamento che guarda a quello che stiamo chiamando green new deal, un “nuovo patto verde” per rispondere ai cambiamenti climatici e migliorare la qualità ambientale, impostare la transizione ecologica dell’economia, far crescere occupazione stabile e qualificata, ridurre i divari sociali, rafforzare i legami di solidarietà, rimodulare l’offerta di servizi perché siano pronti a fronteggiare altre situazioni emergenziali che dovessero ripresentarsi, e, più in generale, offrire “buona vita” alla platea più vasta possibile di cittadini.

Allo stesso tempo, l’ampio spettro di situazioni territoriali che caratterizza il contesto metropolitano milanese 
suggerisce un’azione di governo che sappia muoversi tra le differenti scale, cogliendo la varietà delle interdipendenze
spaziali, sia presenti che potenziali.
Per queste ragioni è necessaria nella prossima fase una strategia organizzata su due linee d’azione.

Su un primo versante, occorre avviare un negoziato “verso l’alto”, in grado di irrobustire il protagonismo milanese
sulla scena nazionale e internazionale per modificare i quadri normativi/regolatori e per intercettare le risorse
europee rese disponibili per fronteggiare l’emergenza pandemica e rilanciare lo sviluppo.

In questa prospettiva si muove la proposta che Città metropolitana avanza per affrontare i problemi di assetto istituzionale ai vari livelli (in primo luogo modifica della L. 56/2014 e la LR 32/15), mettere a disposizione
quadri regolatori d’azione e attivare politiche di accompagnamento (con particolare riferimento a semplificazione, digitalizzazione e adeguamento di risorse
finanziare e umane), migliorare il raccordo tra le programmazioni dei vari Enti (anche attraverso l’attuazione del “sistema delle intese”).

Su un secondo versante, appare indispensabile una “mossa orizzontale”, per costruire alleanze a scala metropolitana, in primo luogo con i Comuni, al fine accompagnare sempre più efficacemente gli attori territoriali nella progettazione di interventi, anche di piccole e medie dimensioni, fortemente generativi di interdipendenze con le economie locali.
Tale impegno, una volta esaurita la fase emergenziale di sussidio alle famiglie e alle imprese, dovrebbe essere prioritariamente rivolto verso politiche di sviluppo e ampliamento della base occupazionale, fondate su investimenti finalizzati a generare beni e servizi collettivi lungo l’asse innovazione, sostenibilità ambientale ed equità. In particolare, appare conveniente conferire priorità a quegli interventi di cura, manutenzione e infrastrutturazione del territorio, con particolare riferimento al patrimonio pubblico, che gli Enti locali possono cantierare nel breve periodo, in modo da imprimere da subito una spinta in chiave anti-recessiva.

Sotto questo profilo, politiche e progetti, anche quando insistono fisicamente su territori specifici, nnanzitutto il comune di Milano, devono essere pensati in rapporto con il “contesto”, devono cioè essere programmati come sequenze di azioni coordinate e coerenti, finalizzate a riprodurre durevolmente i vantaggi competitivi specifici del territorio plurale metropolitano.

Una prospettiva, questa, che dovrebbe informare le scelte operative del Recovery Plan nazionale, declinato sulla
base di un approccio programmatorio spazialmente articolato e non assunto come sommatoria di progetti attinti
dall’archivio degli “incompiuti”, secondo una logica redistributiva “a pioggia”.
In questa direzione virtuosa si colloca la proposta che Città metropolitana di Milano ha consegnato ad Anci, la quale, come da accordo assunto con le altre Città metropolitane, la presenterà al Governo per l’accesso ai fondi europei del Recovery.

Si tratta di diversi progetti, che valgono 4 miliardi 500 milioni di Euro circa, dedicati in particolare a
infrastrutture per la mobilità, ambiente, patrimonio edilizio esistente, politiche attive del lavoro, turismo 4.0, in grado
di costituire, se in buona misura accolte, un consistente viatico per un efficace governo metropolitano durante il
prossimo mandato amministrativo

Ultimo aggiornamento: Wed May 26 10:13:54 CEST 2021
Data creazione: Mon May 24 19:52:31 CEST 2021

Siti tematici

Info

URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico

  •  Numero Verde: 800.88.33.11
    - dal lunedì al giovedì:
      10.00-12.00 / 14.00-16.00
    - venerdì:
      10.00-12.00
  • Chiedilo all'URP 
  •  Pec
  •  Peo
  • Apertura al pubblico martedì e giovedì solo su appuntamento da richiedere tramite:
    - Chiedilo all'URP 
    - Numero Verde: 800.88.33.11