Storia della Biblioteca Isimbardi

Le origini

Le prime notizie sulla Biblioteca vengono fatte risalire ai marchesi Isimbardi, che nel 1775 acquistarono dai Lambertenghi il palazzo e gli conferirono il proprio nome. Gian Pietro Camillo Isimbardi, che ricoprì incarichi politici nella Milano napoleonica, ne fece un centro di studi e di raccolte scientifiche. Questo patrimonio, arricchito nel tempo, diventò una Biblioteca gentilizia. Gli Isimbardi, sostenitori dell'Illuminismo europeo, allestirono qui, inoltre, un gabinetto di mineralogia, una raccolta di strumenti nautici e una di carte per la navigazione. 

 

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La prima notizia certa dell’esistenza della Biblioteca Isimbardi si trova in un prezioso volume del 1872 qui conservato, il "Saggio delle opere di Leonardo da Vinci" (foto 1), la cui copia n. 120 (di 300 esemplari) riporta una dedica manoscritta alla "Biblioteca della Provincia di Milano" (foto 2). Il testo raccoglie 24 tavole fotolitografiche di scritture e disegni tratti dal Codice Atlantico eTrivulziano.

Ancora oggi, nella Biblioteca, sono conservate opere importanti, lascito dei marchesi Isimbardi. Sono per lo più, volumi di scienze naturali, che testimoniano dei contatti che i marchesi ebbero con l'illuminismo europeo, in particolare con quello francese. Tra questi: l’Histoire Naturelle di Georges-Louis Leclerc, universalmente conosciuto come Conte di Buffon, le cui teorie influenzarono le generazioni successive di naturalisti, in particolare gli evoluzionisti Jean-Baptiste Lamarcke e Charles Darwin. L’Historire Naturelle, un’ampia opera enciclopedica di 36 volumi, pubblicati in Francia tra il 1749 e il 1789, avrebbe dovuto passare in rassegna tutti i regni della natura, ma comprende solo il mondo dei minerali e una parte del mondo degli animali (foto 3/4).

A questa fondamentale pubblicazione si affianca il Dizionario delle scienze naturali, pubblicato a partire dal 1830 e composto di 30 volumi. Fu compilato da celebri naturalisti delle principali scuole di Parigi dell’epoca e rappresenta una delle più ampie collezioni scientifiche uscite in Italia nell’Ottocento (foto 5-8).

In Biblioteca sono anche conservate le raccolte legislative provenienti dalla Biblioteca Vicereale, tra cui la Collezione Celerifera (il cui primo volume è uscito nel 1839), che rappresenta la maggiore risorsa per conoscere la giurisdizione italiana durante il Risorgimento. Gran parte delle leggi di questa giurisdizione sono poi confluite nel corpus iuris del Regno d’Italia dal 1861.

La rarità delle raccolte e il loro valore storico fanno di Biblioteca Isimbardi un piccolo scrigno che raccoglie preziose informazioni sulla città e sul territorio provinciale.

 

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Nel libro I palazzi della vecchia Milano. Ambienti, scene, scorci di vita cittadina di Giacomo C. Bascapè (Ulrico Hoepli editore, Milano 1945), l'autore immagina di aver ritrovato nell'archivio dei Mellerio il diario del conte Giacomo, uno dei gentiluomini più in vista a Milano nella prima metà dell'Ottocento, e di aver desunto da esso il racconto di una lunga e minuziosa visita ai palazzi privati della città, compiuta da lui e da due nobildame - la marchesa Pallavicino della Corte di Parma e la contessa di Schönburg, dama di Corte a Vienna - giunte a Milano nel settembre del 1838 per l'incoronazione di Ferdinando I. Tra le tappe di questo itinerario narrativo, corredato da 400 illustrazioni, alle pagine 350-353, l'autore descrive il Palazzo Isimbardi e la sua antica Biblioteca

 

Ultimo aggiornamento: Thu Mar 04 10:43:18 CET 2021
Data creazione: Mon Jun 18 11:49:24 CEST 2018

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