La prevenzione della violenza infantile protagonista in un convegno a Palazzo Isimbardi
“Dipende da come mi abbracci”: un viaggio alla scoperta dei primi tre anni di vita di un bambino per prevenire la violenza infantile e il disagio familiare protagonista a Palazzo Isimbardi, giovedì 24 ottobre. Il titolo è tratto da un verso della "Filastrocca del bambino futuro" di Tognolini.
Sotto i riflettori i risultati del progetto “Dipende da come mi abbracci”, durato 3 anni, e svolto in collaborazione con numerosi partner (Anteo Cooperativa Sociale Onlus; Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Monza; Cesvi Fondazione Onlus; Codici cooperativa sociale, Comune di Locate di Triulzi, Comune di Milano, Comune di Pieve Emanuele, Comune di Varese, Lo Scrigno Società Cooperativa Sociale Onlus, Mela Communication s.r.l., Proges Cooperativa Sociale a r.l.). L'obiettivo del progetto era promuovere la prevenzione del fenomeno del maltrattamento infantile riducendo il ricorso all’istituzionalizzazione dell’intervento che scatta quando il maltrattamento è conclamato, attraverso 4 linee di azione:
- Attività di formazione e capacity building, dotazione nuovi strumenti per leggere i fattori di rischio e intercettare precocemente i segnali di maltrattamento, fornendo una dotazione strumentale adeguata ad intercettare i segnali ad operatori dei servizi educativi (scuola dell’infanzia e materna) e sanitari (pediatri, puericultrici, medici di base, operatori dei centri vaccinali e dei consultori);
- col terzo settore, creazione di una équipe multidisciplinare (ostetriche, puericultrici, psicologi, educatori, neuropsichiatri, assistenti sociali, mediatori culturali) integrata nei consultori in grado di accogliere le famiglie e di orientarle ai diversi livelli di accompagnamento e sostegno genitoriale valorizzando i servizi già esistenti a livello territoriale;
- individuazione di strutture di prossimità (farmacie, centri vaccinali e ludoteche) e spazi di socialità non connotati come servizi ma funzionali ad intercettare i nuclei famigliari per offrire loro occasioni di confronto e sostegno.
- Costruzione di una rete con una forte regia per allinearsi su obiettivi condivisi.
Altre azioni di sensibilizzazione, informazione e coinvolgimento attivo hanno riguardato la cosiddetta “comunità educante” formata dai diversi soggetti che a vario titolo si occupano di protezione dell’infanzia e di sostegno alla genitorialità.
Interessante ed attrattiva la mostra, che ha regalato ai visitatori e alle visitatrici una vera e propria esperienza immersiva attraverso pannelli tridimensionali posizionati in sequenza nello spazio del Cortile d’Onore. Ciascuno nella sua parte frontale riproduceva un contesto e integrava una storia paradigmatica, mentre nel lato posteriore illustrava un
focus tematico e la descrizione di una problematica affrontata nei seminari di formazione.
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