Intervista a Giorgio Galotti di Fondazione Ecosistemi
Giorgio Galotti - Strategie e strumenti per lo sviluppo sostenibile delle imprese.
Da oltre 25 anni è attivo nella promozione di politiche e strumenti per l’economia circolare e la sostenibilità delle imprese. Esperto di valutazione e gestione ambientale dei processi produttivi e dei prodotti. In Fondazione Ecosistemi è responsabile di strategie e strumenti per lo sviluppo sostenibile delle imprese. Inoltre, è il coordinatore della Buygreen Community, la rete di imprese pubbliche per la promozione del Green Public Procurement, e cura la pubblicazione “Sustainability Monitor Report”, resoconto periodico sulla sostenibilità dei processi di approvvigionamento delle grandi aziende italiane.
Contatti:
https://www.linkedin.com/in/giorgio-galotti-42147528/
https://www.fondazioneecosistemi.org
https://www.forumcompraverde.it
giorgio.galotti@fondazioneecosistemi.org
Il Green Public Procurement e i Criteri Ambientali Minimi
1. Perché il Green Public Procurement e i Criteri Ambientali Minimi modificano l'andamento del mercato globale?
Il GPP non è solo una buona pratica di sostenibilità rivolta alla spesa pubblica, ma una condizionalità che potrebbe generare cambiamenti di approccio alla sostenibilità da parte di numerose filiere produttive e che quindi non coinvolge solo le imprese che si confrontano con il mercato degli appalti pubblici, ma a cascata si riverbera su tutte le imprese che direttamente o indirettamente entrano a far parte della catena del valore dei prodotti sottoposti ai Criteri Ambientali Minimi del GPP.
2. Perché le imprese devono vedere nel GPP un’opportunità di innovazione, uno stimolo alla crescita e al miglioramento della loro competitività?
Lo sviluppo di una economia circolare e sostenibile è la grande sfida per il futuro del settore produttivo italiano, che può utilizzare la leva della domanda pubblica verde come elemento di differenziazione vincente sui mercati europei e internazionali, oltre che promuovere il consumo di produzioni locali. Questo circolo virtuoso può essere un elemento di traino dell’industria verso l’investimento in innovazione a carattere ambientale, che potrà anche determinare una richiesta aggiuntiva di forza lavoro specializzata, competente e qualificata.
3. Che cosa vuol dire per un’impresa diventare “verde”? Quali azioni deve intraprendere?
Negli ultimi trent’anni la definizione di impresa verde si è arricchita di tante declinazioni e sfumature, fino a far perdere la possibilità di individuare una definizione univoca. Ultimamente l’Unione Europea ha cercato di definire cosa significa essere una attività economica sostenibile con il Regolamento 852/2020 sulla Tassonomia. Il testo stabilisce sei obiettivi ambientali e consente di etichettare un’attività economica come sostenibile dal punto di vista ambientale, se questa contribuisce ad almeno uno degli obiettivi approvati, senza danneggiare significativamente nessuno degli altri.
Gli obiettivi sono:
1. la mitigazione del cambiamento climatico;
2. l’adattamento al cambiamento climatico;
3. l’uso sostenibile e la protezione delle risorse idriche e marine;
4. la transizione verso un’economia circolare, compresa la prevenzione dei rifiuti e l’aumento dell’assorbimento di materie prime secondarie;
5. la prevenzione e il controllo dell’inquinamento;
6. la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Per contribuire al perseguimento di questi obiettivi, l’impresa deve agire considerando il ciclo di vita dei suoi processi, dei prodotti e dei servizi che svolge e, valutandone l’impatto, intervenire, con dei piani di miglioramento, su quelle fasi sulle quali questo impatto si concentra: queste fasi possono essere: la progettazione, l’approvvigionamento, il processo produttivo, i trasporti, l’uso e lo smaltimento dei prodotti realizzati.
Come strumenti del mestiere l’azienda può dotarsi di un Sistema di Gestione Ambientale (ISO 14001 o EMAS) ed eseguire le proprie valutazioni di impatto ambientale rispetto alle norme UNI 14040 o alla Raccomandazione UE 179/2013. Quindi può redigere dei bilanci di sostenibilità secondo il GRI (Global Reporting Iniziative) e dotarsi di etichette e dichiarazioni ambientali di prodotto che possono raccontare al mercato il livello di prestazione ambientale raggiunta (Carbon Footprint, Water Footprint, EPD, Ecolabel per fare degli esempi).